venerdì 15 febbraio 2019

ANTROPOLOGIA

MALINOWSKI

WHAT IS CULTURE?

Per Malinowski la cultura è un secondo ambiente: un complesso di istituzioni, idee, tecniche, credenze degli esseri umani creano per rispondere ai bisogni fondamentali della loro vita. Queste creazioni corrispondono a una serie di norme, quali possono essere l'economia, la parentela, l'educazione, la politica ecc. Tutte queste attività danno vita a degli imperativi
strumentali, nel senso che gli esseri umani devono comportarsi in alcuni modi piuttosto che in altri, per adeguarsi alle aspettative sociali. Vi sono gli imperativi integrativi, che consentono appunto di integrare i comportamenti in vista si uno scopo. Tali imperativi sono la religione, la magia e la conoscenza, ognuna delle quali dà risposte a problemi differenti.

SOCIOLOGIA

MAX WEBER

LA RAZIONALIZZAZIONE  
La attenzione di Max Weber venne attirata dall'industrializzazione come processo vasto che potrò alla nascita del capitalismo e dell'economia industriale, che egli chiama processo di razionalizzazione.
Anche il tedesco Max Weber si trova a riflettere sull'evento storico della società industriale, mettendone in luce alcune caratteristiche molto importanti.

Da sempre l'umanità cerca di spiegarsi ciò che le accade intorno, attribuendo gli eventi a delle cause, a dei motivi. Ma molto diversi sono l'atteggiamento dell'uomo pre moderno e l'atteggiamento di quello moderno di fronte a ciò che non si capisce, di cui non comprendiamo le cause. Mentre il primitivo per spiegare ciò che non capisce ricorre a delle forze oscure e sovra mondane, l'uomo razionalizzato della società occidentale pensa che nulla sia di principio inesplicabile.

Per Weber la razionalizzazione della società è quindi quel processo attraverso cui la fede nell'esistenza di cause in linea di principio comprensibili per tutti i fenomeni naturali.



LA SECOLARIZZAZIONE
Un fenomeno parallelo alla razionalizzazione è, logicamente, una progressiva secolarizzazione della società, cioè la perdita di valore delle credenze religiose e superstiziose tradizionali a vantaggio di comportamenti più laici e razionali.


L'ETICA PROTESTANTE E LO SPIRITO DEL CAPITALISMO
 
Il calvinismo è il miglior esempio di come la razionalizzazione opera nell'amibto religioso. Uno dei cardini della teoria calvinista è la dottrina della predestinazione, secondo la quale il nostro destino è segnato dall'eternità  poiché Dio ha già disposto la nostra personale dannazione o salvezza.    

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

venerdì 8 febbraio 2019

PEDAGOGIA

TRA MEDIOEVO E MODERNITÀ

L'AFFERMAZIONE DELL'UMANESIMO
L'affermazione dell'Umanesimo durante la metà del XIV secolo pose numerose questioni di carattere storico, tra cui la tendenza a svalutare il medioevo. Furono proprio gli umanisti a diffondere un atteggiamento di critica nei confronti della cultura medievale, degli aspetti teologici e l'esigenza di di un pensiero nuovo e di una nuova concezione del mondo e della vita. Inoltre, non soltanto in senso estetico ma ance in senso morale, l'età classica ha lasciato in eredità alle epoche successive una visione della realtà caratterizzata dalla consapevolezza del valore unico dell'uomo

QUANDO INIZIA L'UMANESIMO?
Non è semplice definire una data di inizio dell'umanesimo, ma il ruolo di iniziatore di questa nuova corrente è attribuito a Francesco Petrarca il quale atteggiamento è collocato in una sorta di continuità col medioevo. 
Il bersaglio polemico degli umanisti fu la cultura della tradizione scolastica. 
Il primo movimento culturale della modernità sostenne le ragioni di un ritorno al passato idealizzato dell'età classica. 
L'indebolimento della scolastica intesa come riflessione razionale sul divino allargò lo spazio ad una linea di pensiero fondata nella tradizione patristica. 

LA BELLEZZA DEL LINGUAGGIO LETTERARIO 
La patristica diventò una via alternativa al pensiero medievale e consentì di cogliere l'importanza e la bellezza intrinseche della cultura classica. 

LA RISCOPERTA DELLA LINGUA GRECA 
Platone e Aristotele, e la filosofia in generale, erano conosciuti per via indiretta. I primi umanisti appresero la lingua dai dotti bizantini e oltre alla lingua scoprirono anche i tesori della sua letteratura.

LA NASCITA DELLA FILOLOGIA
La filologia fu una delle acquisizioni di maggior rilievo dell'Umanesimo che riprese l'insegnamento delle lingue classiche. Ritornò in questo modo anche la passione per l'eloquenza (arte di esprimersi con efficacia e persuasività) e venne riscoperta la dimensione emozionale dell'uomo. 

UNA NUOVA RELIGIOSITÀ
Un elemento che ebbe forte incidenza nell'umanesimo fu l'incidenza di nuovi movimenti religiosi, tra cui la corrente mistica di Dionigi D'Aeropagita che puntava a riscoprire la vita interiore e la semplicità del discorso evangelico come fonti autentiche del cristianesimo. 

IL SUPERAMENTO DEL SISTEMA SCOLASTICO MEDIEVALE  
L'umanesimo sottolineò la necessità di un insegnamento delle discipline letterarie su basi rinnovate, infatti ancora oggi le discipline umanistiche sono quelle di carattere letterario e filosofico.

IN SINTESI: UNA NUOVA EDUCAZIONE
I tratti salienti dell'umanesimo sono: 
-la ripresa della cultura classica 
-rinnovamento profondo 
-limitazione dei modelli della cultura classica
 

domenica 3 febbraio 2019

PSICOLOGIA

LO SVILUPPO EMOTIVO E SOCIALE DEL BAMBINO
 
CHE COSA SONO LE EMOZIONI
Le emozioni sono definite come stati complessi dell'organismo caratterizzati da fattori psicologici e fisiologici: la paura, ad esempio, è uno stato mentale accompagnato da modificazioni fisiche. Questi cambiamenti rendono l'organismo pronto ad una risposta adattiva, ossia idonea a favorire l'adattamento ad una certa situazione.
 
 
 
IL RUOLO DELLE EMOZIONI
Le emozioni influenzano l'attenzione, la motivazione e gli interessi personali, indicandoci gli scopi verso cui muoverci e aiutandoci a conseguirli. Anche nei processi di valutazione entrano in gioco le emozioni: infatti un oggetto è ritenuto bello o brutto a seconda del fatto che mi piaccia o non mi piaccia e alle esperienze a cui si collega.
Molti studi hanno evidenziato che elementi percettivi, motori, cognitivi ed emotivi interagiscono tra loro nello sviluppo. Uno sviluppo emotivo regolare faciliterà quindi la maturazione cognitiva e sapendo affrontare e gestire le proprie emozioni si riuscirà a mettere in atto la risposta adatta alla situazione che si sta vivendo.
 
EMOZIONE  E RELAZIONI
Già dalla nascita il bambino è predisposto alla relazione e alla comunicazione di emozioni (rabbia, gioia, tristezza, paura, disgusto) con altri esseri umani. Lo scambio con la madre è la base dello sviluppo emotivo, infatti ella deve fare da specchio per le emozioni che il bambino prova in modo che il piccolo possa imparare a riconoscerle e ad entrare in contatto con la propria interiorità.
 
 
LO SVILUPPO DI SÉ

 
LA DEFINIZIONE DEL SÉ
Lo sviluppo emotivo del bambino è possibile grazie all'integrazione delle dimensioni cognitive, percettive e motorie con il proprio sé.
il sé è quindi la totalità delle componenti psichiche individuali, che permettono di distinguere ciò che appartiene a se stessi e ciò che invece appartiene alla realtà esterna. Gli studi sullo sviluppo delle emozioni hanno portato diverse teorie.
 
TEORIA DELLA DIFFERENZIAZIONE DI BRIDGES
Secondo la teoria della psicologa canadese Katherine Bridges, i bambini al momento della nascita provano solamente una sorta di generica eccitazione, ossia di emozioni indifferenziate che si manifestano con movimenti disordinati e tramite il pianto. Solo in seguito le emozioni si differenziano.
 
L'APPROCCIO DIFFERENZIALE DI IZARD
Secondo la teoria di Carroll Izard, il bambino è fin dalla nascita in grado di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere. Queste emozioni svolgono una funzione adattativa e servono per interagire con l'ambiente e per segnalare il proprio disagio.
 
L'APPROCCIO FUNZIONALE
Secondo la teoria dell'approccio funzionale la funzione delle emozioni sarebbe quella di manifestare e soddisfare i bisogni fondamentali, favorendo il processo di adattamento.
 
LE EMOZIONI SOCIALI
Con il passare del tempo la gamma delle emozioni che il bambino può provare aumenta e grazie al raggiungimento della consapevolezza di sé il bambino ha la possibilità di sperimentare le prime emozioni sociali. Questa fase avviene durante il primo anno di vita, ossia quando iniziano ad affiorare imbarazzo, invidia e gelosia. Inoltre, nascono anche l'orgoglio, il senso di colpa e la vergogna, emozioni che hanno un valore valutativo.
 
L'EMPATIA
L'empatia è un emozione molto particolare che consiste nel saper entrare in sintonia con i sentimenti degli altri ed è presente già nei primi 2 anni di vita.  Questa capacità è inizialmente presente come risposta riflessa agli stimoli esterni e successivamente come partecipazione attiva al comportamento altrui.
 
LO SVILUPPO SOCIALE
 
I PRIMI 2 ANNI: IL BAMBINO "ESSERE SOCIALE"
Lo sviluppo sociale riguardala capacità di interagire con gli altri e di costruire legami stabili. Le fasi principali dello sviluppo della dimensione sociale:
-dalla nascita ai 2 anni: il bambino può già essere definito "essere sociale" poiché riesce ad instaurare relazioni con figure diverse dalla madre come ad esempio il padre, i nonni e le educatici con i quali gli risulta più semplice interagire. è però comunque possibile favorire le relazioni fra pari (con i coetanei) che aiuteranno poi il bambino permettendogli

una maggiore apertura verso gli altri.

 
DAI 2 AI 6 ANNI: I SISTEMI ECOLOGICI DI BERTALANFFY
In questo periodo il mondo sociale del bambino si allarga anche grazie alle occasioni offerte dalla scuola, ambiente che diventa rilevante per i processi di socializzazione.
Il modello teorico dei sistemi ecologici sottolinea la complessità delle dimensioni che influiscono sullo sviluppo della sfera sociale. Le reti di influenza che interagiscono sono multidirezionali, quindi gli individui influenzano i sistemi che li circondano ma a loro volta ne sono influenzati.
 
IL CONTESTO DELLO SVILUPPO DI BRONFENBRENNER

Secondo Urie Bronfenbrenner l' ambiente sociale dell'individuo è il contesto dello sviluppo. Il bambino non viene influenzato solo dai contesti a lui più prossimi (famiglia, coetanei) detti microsistemi, ma anche dall'interazione reciproca dei contesti (genitori-insegnanti). Le interazioni tra microsistemi sono chiamate mesosistemi. Gli individui appartenenti ad un microsistema che vengono condizionati da coloro che non ne fanno parte sono chiamati esosistema. Un'altra importante influenza viene esercitata dal macrosistema, ossia dal contesto culturale, dalle norme, dai valori, dalle leggi, ecc...
 
LA FUNZIONE DEL GIOCO
Una delle attività che favorisce maggiormente la socializzazione dai 2 ai 6 anni è il gioco, che consiste in un continuo scambio sociale con altri bambini. Piaget sottolinea la differenza tra il gioco di padronanza e tra quello simbolico. Nel gioco di padronanza il bambino effettua attività che lo divertono e ripete schemi comportamentali attraverso i quali costruisce nuovi schemi cognitivi, mentre nel gioco simbolico il bambino applica uno schema di comportamento ad una situazione immaginaria o ad oggetti inesistenti.
 
DAI 6 AGLI 11 ANNI: LO "SNODO" DELLA SCUOLA

L'inizio della scuola rappresenta, per certi bambini, un momento di forte discontinuità poiché è l'inizio di una serie di richieste impegnative da parte dell'ambiente esterno alla famiglia. I bambini in questo periodo si trovano a dover imparare ad accettare nuove regole. Un bambino infatti diventa socialmente competente nel momento in cui accetta le regole, le rispetta e instaura con adulti e coetanei rapporti stabili.
 
 
IL MODELLO DI COMPETENZA SOCIALE DI DODGE
Secondo lo psicologo americano Kenneth Dodge l'interazione sociale fra pari è un compito che presenta molti problemi. Egli infatti propone un modello di competenza sociale secondo il quale i bambini sin da piccoli ricevono una serie di stimoli che vengono elaborati internamente e tradotti esternamente in un comportamento a cui fa seguito l'elaborazione che ne fanno i coetanei.

 
L'ADOLESCENZA: IL CONFLITT TRA SCELTA E IDENTITA

Durante il periodo dell'adolescenza il ragazzo ricerca la propria identità personale e l'autonomia.
Già nella preadolescenza vi sono le prime manifestazioni della sessualità e i/le ragazzi/e entrano nello stadio operatorio formale nel quale vengono affinate le capacità logiche, di astrazione e di confronto e vengono esercitate le prime critiche verso le idee e i comportamenti degli adulti. Durante l'adolescenza acquista molta importanza il sentimento dell'amicizia, infatti le relazioni con i coetanei rafforzano il senso d' identità.

 

SOCIOLOGIA

VILFREDO PARETO Vilfredo Pareto ha svolto delle ricerche sui fattori che rendono non-logiche la maggior parte delle azioni umane cons...